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Intervista a Ciarz

Abbiamo intervistato il rapper romano Ciarz in occasione dell’uscita del suo primo album “Affunk”, disponibile dal 16 gennaio su etichetta BandBackers, anticipato dal singolo “Fumo” in collaborazione con Quinto. In questo disco si succedono diversi generi musicali che mettono in mostra la poliedricità dell’artista. Ogni traccia rappresenta uno stato d’animo dell’autore. Ciarz racconta le difficoltà della sua generazione: dai problemi che riguardano le relazioni interpersonali e amorose passando per le problematiche razziali. Un album tutto da ascoltare a da apprezzare.

Qual è il brano al quale sei più legato del tuo nuovo album “Affunk”?

Ci sono vari brani a cui sono legato personalmente nell’album, anche perché mi sono raccontato molto con questo lavoro. “Claudia io” e “Claudia lei” hanno un grosso valore affettivo per me, visto che cerco di disegnare l’energia di una grande donna e amica, la sua forza ed allegria con qualche macchia di tristezza. “Cosa sogni” vede invece una storia travagliata che mi ha portato a maturare molto e a capire che il cambiamento di una persona non potrà mai avvenire se la stessa persona non comprende il problema e non decide lei stessa di voler cambiare.

Raccontaci nei dettagli il problema della sponsorizzazione del video di “Fumo”. Google non ti permette di pubblicizzarlo perché ci sarebbero delle armi da fuoco, così hai scelto di sponsorizzarlo in altri canali, come ad esempio un sito hard. In realtà nel tuo video non c’è alcuna istigazione alla violenza o cose simili. Come mai, secondo te, altri videoclip musicali molto più violenti e molto più “espliciti” vengono regolarmente accettati da YouTube e il tuo no?

Credo che alla base della loro intransigenza dichiaratamente specifica al mio caso ci sia semplicemente una non mia rilevanza a livello di numeri, visualizzazioni, introiti rispetto ai big della musica italiana (come è giusto che sia, altrimenti non sarei un EMERGENTE).

In parole povere dopo aver caricato il video su YouTube ho fatto immediata richiesta per pubblicizzare tramite il servizio offerto da Google Adwords, che è il sistema che gestisce tutte le Campagne di promozione su YouTube e Google. Inizialmente è stato accettato ma già dal giorno dopo parte della promozione, è stata bloccata per “contenuti scioccanti”. Ci ho messo un po’ a capire che si riferisse alla presenza delle pistole. In seguito ad una mia lamentela sono stato contattato da un operatore (chiamante dall’Irlanda) che mi ha specificato che non potevano pubblicizzarmi per la presenza delle pistole. Quando ho fatto riferimento al fatto che ci fossero molti video anche pubblicizzati con vere immagini incitanti la violenza l’operatore ha sapientemente evitato la domanda ripetendo ciò che mi aveva appena detto con parole differenti. Inoltre ha aggiunto che anche la seconda parte della mia campagna sarebbe stata presto bloccata ed era strano che la cosa non fosse già avvenuta.

Visto che comunque grazie alla raccolta fondi fatta con la mia etichetta BandBackers abbiamo del denaro che gli investitori hanno donato per permettere anche maggiore diffusione dell’album abbiamo deciso di spostare i nostri investimenti su Facebook, sperando di non venire bloccati allo stesso modo (cosa che non è avvenuta grazie al cielo) e su quello che è una piattaforma in cui sicuramente non saremmo mai stati discriminati. La scelta è rapidamente caduta sul sito per adulti PornHub.

Il mio video non contiene niente che potrebbe interessare il pubblico di un sito hard ma mia madre mi ha insegnato che se ti trovi una porta chiusa da una parte non serve piangersi addosso ma girarsi e cercare un’altra porta, o una finestra, o prendi un martello e butti giù il muro.

Sfido chiunque a guardare il video e dire che incito alla violenza. Penso sia palese che quello che rappresento è un conflitto interno (visto che sono più versioni di me che mi puntano la pistola contro).

Io e i ragazzi che lavorano con me non ci abbattiamo e andiamo avanti.

A chi ti ispiri della scena rap italiana?

Tra gli artisti che hanno notevolmente inciso sulla mia decisione e desiderio di scrivere il mio primo pezzo rap a 13 anni spicca Caparezza, conosciuto durante il suo tour per “Verità supposte”, e credo che in un certo modo la cosa si sente (peccato mi manchi il suo genio). Sono stato investito dalla brutale sincerità di Fabri Fibra negli stessi anni oltre che da molto rap americano. Ora apprezzo molto nomi noti come Salmo e Marracash, nomi meno noti, ma neanche tanto, come Mezzo Sangue e Willie Peyote. Gli ultimi due mixtape di Gemitaiz e Madman sono notevoli. Insomma mi piacciono tanti tipologie di rap, anche differenti tra loro, consapevole che io sono ben differente da tutti i sopracitati.

Le produzioni dei tuoi pezzi sono quasi tutte firmate da Intiman. Come nasce la collaborazione con lui?

Intiman l’ho “corteggiato” a lungo prima di convincerlo a lavorare con me. Avevo sentito i suoi album con la Honiro, “Rap step vol.1 e 2”, conoscevo la cugina della sua ragazza e sono riuscito ad agganciarlo. Il difficile convincimento era causato dal suo maggiore impegno con di musica elettronica. Abbiamo lavorato ai primi 5 pezzi dell’album chiudendo un EP che ho lasciato a decantare una estate nel mio hard disk. Successivamente è stato proprio lui a ricontattarmi dicendomi che il nostro lavoro gli aveva fatto “ri-infervorare la scimmia per la rap music”. Abbiamo riaperto tutti i progetti e aggiunto 5 brani prodotti da lui e 2 prodotti da me con la sua fondamentale supervisione. Ad oggi sono molto contento di aver bussato alla sua porta più di 2 anni fa.

Come mai hai cambiato il tuo pseudonimo da Frank D a Ciarz?

Frank D. era un nome che scelsi con poca attenzione a ciò che rappresentava per me. Peccato che un artista il nome d’arte spesso se lo porta dietro per tutta la vita quindi visto che non avevo raggiunto ancora un livello di popolarità degno di questa definizione ho deciso di sceglierne uno di maggiore valore personale. Iniziai una ricerca che comprendeva la possibilità di prendere il nome di mio padre Charles. Fu allora che Rita, una mia collega e cara amica, mi ribattezzò Ciarz per tre motivi: è la pronuncia letterale del nome di mio padre; i bambini con cui lavoriamo (faccio l’allenatore di minibasket tra le altre cose) spesso scrivono il mio nome “Franzuà” e Ciarz sembra un nome scritto da un bambino; assomiglia alla parola Charts, la hit-parade, nelle quali spera di vedermi in un futuro prossimo.

Il nome è semplice e diretto, quasi unico al mondo, e sono molto fiero che ogni volta che qualcuno chiami mio padre ci sia io a rispondere.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Questo album è appena uscito. Tra febbraio e marzo partirà un mini tour per i locali, partendo da Roma in tutte le direzioni e c’è ancora tanto lavoro da fare per dargli la rilevanza e la vetrina adeguata. Inoltre sto scrivendo molto sia per me che per progetti non direttamente miei. Vedremo come evolve il futuro. Per rimanere aggiornati basta iscriversi al sito www.ciarz.it o seguirmi sulla pagina Facebook o Twitter.

Grazie mille dello spazio dedicatomi.

Ci vediamo ai live.

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