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[News] Alcune puntualizzazioni sul brano RAPPER/CRIMINALE di Marracash

Alcune puntualizzazioni sul brano RAPPER/CRIMINALE di KING DEL RAP
pubblicata da Marracash il giorno lunedì 14 novembre 2011 alle ore 1.06

in seguito ad alcuni voci e commenti che ho letto in giro ci tengo a puntualizzare alcune cose sul brano Rapper/Criminale. La prima è che è inutile che vi sforziate di cercare dei nomi o ad alimentare faide e guerre tra i rapper. So che, da sempre, a molti artisti e ascoltatori piace più “il sangue” che la musica in sé e, da sempre, qualcuno cerca disperatamente confronti e conflitti che spesso sono solo immaginari; infatti se avessi voluto fare dei nomi li avrei certamente fatti io.
Trovo anche ridicolo che alcuni rapper usino le mie canzoni per farsi “forti” di concetti che non gli appartengono, o peggio ancora, per combattere guerre con la mia faccia piuttosto che con la loro.
In particolare non c’è nessun riferimento a Mirko Er Gitano, Pepy (riposa in pace), Ion o nessun altro affiliato ODEI di Roma o qualsiasi altra città. Er Gitano è stato ospite nel mio studio due anni fa ed è presente nei saluti del disco.
Detto questo vorrei spiegare da dove e come nasce questa canzone e fare chiarezza sul mio punto di vista a proposito di un dibattito che dura ormai da un po’.
Negli anni ho visto il rap crescere molto, sgomitare e imporsi in questo paese. Ho visto la scena lentamente farsi unita e coesa e, forte di questo, diventare una vera scena musicale a tutti gli effetti. Ho visto il pubblico aumentare costantemente e sempre più nuovi ragazzi affacciarsi al rap e cimentarsi con i primi pezzi. Grazie a chi ha fatto la classifica in questi ultimi anni si è riaperto un mercato che una decina di anni fa era completamente chiuso, finito, insignificante coi numeri e quindi insignificante per la nazione.
C’è chi intende l’hip hop come una musica per raccontare la strada, c’è chi lo usa per far ballare la gente, c’è chi preferisce i testi introspettivi e chi vuole fare innamorare le ragazze. C’è chi sceglie la protesta o la denuncia sociale e chi semplicemente vuole essere il più stiloso possibile.
Nessuno potrà mai dirvi cos’è l’Hip Hop e soprattutto cosa non è. Nessuno può insegnare come va fatto il rap, soprattutto in questo paese. Perché l’hip hop è prima di tutto libertà di espressione e ricerca dell’originalità. Perché l’hip hop è una cultura che viene dal basso e dall’estero e se si lasciasse imbrigliare in dogmi calati da sedicenti “maestri di pensiero” smetterebbe di essere hip hop. Nessuno è in grado di dettare o imporre regole perché le regole le fa la musica stessa con il suo successo o il suo insuccesso.
L’hip hop è figlio dei tempi e i tempi cambiano. L’hip hop per quanto mi riguarda è racchiuso in due frasi: Represent e Keep it real. Rappresenta le persone, la tua gente, il tuo vissuto (qualunque esso sia) e sii reale. Sii vero con te stesso, sii te stesso. Tanti ragazzi vogliono essere artisti e questo bisogno nasce dalla voglia di affermare se stessi come individui, ma se non sei te stesso cosa affermi? E’ il seguito che avrai a confermarti artista altrimenti che “artista” puoi essere? Per essere se stessi ci vogliono le palle. E che ci crediate o no è tutto li. Avere le palle per me è solo questo: essere se stessi. Ed essere pronti a riconoscere nei riscontri oggettivi (come i numeri) delle conferme o degli insuccessi, accettandoli come tali.
Non basta avere avuto una vita dura, aver fatto molte esperienze, se non sai come raccontarle e farle arrivare alla gente. Non è una gara a chi ha sofferto di più.
Così come non serve riempirsi la bocca con parole troppo grosse giusto per darsi un tono o perché è la tendenza, perché è facile sentirsi più uomini dietro un microfono. Non sopporto i rapper che si spacciano per criminali senza cognizione di causa e non sopporto chi si sente legittimato a essere artista solo perché ha vissuto per la strada.
Questo e soltanto questo è il senso del pezzo: riportare l’attenzione sulla musica, l’unica cosa che conta e l’unico terreno in cui deve consumarsi la competizione. In quanto a me… ciò che sono e sono stato non è mai stato un segreto. Di certo non sono un criminale.
Sono cresciuto in un quartiere dormitorio, in una casa popolare dove il 90% delle famiglie lavorava duramente, con grossi sacrifici ogni singolo giorno. Anche questa è strada.
Le mie esperienze sono maturate qui e le ho sempre raccontate assieme ai sogni e alle aspirazioni di queste persone.Sono venuto a contatto con certe cose e certe persone… Cose e persone con cui moltissimi ragazzi di periferia vengono a contatto, volenti o nolenti. Cose e persone che da queste parti sono normali. Ho provato a farle anche io, ma ho capito presto che non ero tagliato per quella vita e che la mia chiamata era un’altra. Tutto ciò apparirà scontato a chi mi segue, perché sono cose di cui non ho mai fatto mistero, ma è bene ribadirle perché ci tengo a non essere frainteso e ci tengo a essere apprezzato per quello che sono e non per quello che voi vogliate che io sia.
Rispetto per chi insegue la musica con impegno, costanza, talento e rinunce.
Pace a tutti voi.
Fabio Marracash

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