Il pezzo è l’esatto connubio tra la constatazione della guerra mediatica mossa a favore della musica e l’innegabile impossibilità di separarsi dal marcio che la circonda. Si parla di armi, di sangue, di cocaina e di una frenetica danza scatenata intorno a chi entra a far parte del gioco senza volerne uscire.

Il contrasto volutamente sentito parte dall’inizio fortemente dialettico, in contrapposizione con la metodica di Marracash e Izi, anch’essi differenti stilisticamente, per volgere ad una conclusione formalmente simile al presupposto iniziale.

Una montagna russa fatta di Flow, metrica e concetti in continua variazione, amati o odiati che siano.

Una scelta che non ammette vie di mezzo, come il contenuto che trasmette.

Inizio importante per aprire l’annuncio al disco in arrivo, adatto a creare una domanda che ha bisogno di trovare una risposta il prima possibile.

In attesa del 23 settembre non possiamo che rivederci in questo brano, nel quale chiunque, nel suo piccolo, ha la possibilità di specchiarsi individualmente.

“Il ballo dei macellai” non ammette pause, ma il tasto rewind sarà ben felice di accogliervi per un nuovo giro.