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[Recensione-Sondaggio] J-Ax – Il bello d’esser brutti

Ricominciare da meno di zero, e finalmente sollevare il velo, e raccontarvi veramente non l’immagine vincente che la gente prova a vendere di sé. Non voglio vivere su un grattacielo, solo sputare indietro un po’ il veleno, e raccontarmi veramente, lo spettacolo riprende, benvenuti a tutti quelli come me”. Con il ritornello della prima traccia “Intro” J – Ax fa già capire l’intento del suo nuovo album, “Il bello d’esser brutti”. Si tratta senza dubbio di un disco molto importante per la carriera del rapper milanese e giudice di “The Voice of Italy”, visto che è il primo senza la sua etichetta storica “Best Sound” e senza il produttore Franco Godi. E’ il primo album dunque da produttore di se stesso con la sua etichetta “Newtopia” fondata insieme all’amico Fedez.
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Ben 20 tracce, ognuna con un sound e con un messaggio differente, ma sempre chiaro e diretto. La partecipazione a “The Voice” ha sicuramente dato nuova linfa a J – Ax che si era appena separato dalla sua etichetta dopo vent’anni, in maniera burrascosa e non incideva un disco da un paio di anni. E in “Il bello d’esser brutti” non si è certamente risparmiato.

Il titolo è emblematico: è un chiaro invito ad accettarsi come siamo, infatti nelle canzoni del disco Ax ha voluto raccontare tutte le sfaccettature del sentirsi dei perdenti, come si è sentito lui stesso fino a un punto della sua vita.

Nella copertina dell’album c’è lo stesso J – Ax raffigurato come una sorta di “giostraio” all’interno di un circo e che mostra il nuovo tatuaggio sulla testa.

Secondo quanto riportato allo stesso Ax, la fortuna di questo disco sta nel giusto mix di generi musicali nei vari brani: egli infatti dichiara di non appartenere ad un genere particolare, ma di adattarsi a più stili diversi (rap, rock, pop…).

“Il bello d’esser brutti” è pieno di featuring, tutte molto interessanti e diverse fra loro: compaiono artisti come Nina Zilli (in “Uno di quei giorni”, un brano sereno e allegro impreziosito dal ritornello della cantante piacentina), Neffa (in “Caramelle”, brano che segna il grande ritorno del duo che ha fatto la storia del rap degli anni ’90, i “Due di picche”), Emiliano Valverde (in “Tutto o niente”, canzone di protesta dove Ax duetta con il concorrente di The Voice e suo compagno nell’etichetta Newtopia), i Club Dogo (in “Old Skull”, una vera chicca del rap hardcore), Il Cile (in “Maria Salvador”, brano reggae), Fedez (in “Bimbiminkia4life”, simpatico duetto sulla gioventù di un tempo e quella odierna con l’amico e co – fondatore di Newtopia), Valerio Jovine (in “Un altro viaggio”, canzone malinconica sui ricordi dell’artista, ottimo duetto con l’amico, ex cantante dei “99 Posse” e concorrente di The Voice) e Weedo (in “The Pub Song”, esaltazione della vita sregolata con l’ex membro dei “Gemelli Diversi”).

E’ dunque un disco tutto da ascoltare e basato sulle diversità, da quelle musicali a quelle tematiche. E’ il ritorno dell’uomo che ha fatto la storia del rap italiano e che è rimasto quello di sempre, arrabbiato e malinconico allo stesso tempo, senza mai cullarsi su niente. Bentornato J – Ax!

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