
Rkomi in terra, a lui la scelta! [Recensione-Spiegazione Album “Io in terra”]
Recensione e spiegazione Io in terra di Rkomi. Giusto appena prima dell’inizio dell’anno scolastico, il rapper di Calvairate è uscito con il suo primo disco ufficiale, membro del roster di Shablo e Marracash “Roccia Music” e sotto Universal.
Il titolo “Io in terra” non c’entra con Dio, l’ha ribadito in più interviste, ma sta invece a significare il suo esordio nel mondo (della musica) e anche la copertina sembra continuare in questo verso, infatti vediamo Rkomi seduto al suolo, anzi per strada (a simboleggiare la coscienza della sua provenienza), ma pronto ad alzarsi. Si guarda attorno per vedere dove andare. Inoltre, in contrasto netto con il marciapiede sul quale è seduto, è ben visibile lo spazio, tutto molto simbolico insomma. La grafica del album è curata veramente bene, sia per quanto riguarda la cover sia per il booklet.
La tracklist è interessante già solo dal punto di vista dei titoli scelti, delle produzioni (affidate in gran parte a Shablo, Nebbia e Night Skinny), e dei featuring che sono solo due, ma piuttosto significativi per quanto riguarda i nomi: Marracash e Noyz Narcos; nessuna collaborazione invece con rapper della nuova scuola.
Il CD parte con la title track che sembra servire proprio per introdurre l’ascoltatore verso il mondo di Rkomi, un album dai suoni molto particolari e inediti, un mix tra rap e indie, testi che ci mettono un po’ ad arrivare all’ascoltatore a causa di una difficile chiave di lettura: flow e metriche davvero originali, strofe piuttosto criptiche al primo ascolto ma che piano piano, e con un po’ di pazienza, riescono ad essere capite e metabolizzate fino al punto di rendersi conto che le liriche sono effettivamente di buona fattura.
Gran parte del disco è piuttosto introspettivo (“Io in terra”, “Apnea”, “Mai più”, “La solitudine”, “Milano bachata” e “Mirko no”) tra queste mi soffermo ad analizzare brevemente le ultime due. La prima presenta la collaborazione con Marracash che come sempre non delude, anzi, scrive una strofa che è quasi poesia, il tutto su un tappeto musicale di Zef; da sottolineare anche l’intro della canzone che cita “La parola che nessuno riesce a dire” del king del rap. La seconda invece è particolarmente degna di nota per il fatto che la canzone consiste quasi in un dialogo di Mirko con se stesso e il risultato è un mood ultra introspettivo e da brividi, grazie anche a una base di Nebbia praticamente perfetta.
Oltre alla parte più personale è presente anche una parte più “aggressiva”, in questo senso possiamo notare le seguenti canzoni (“Verme”, “Peaky Blinders”, “Maddalena Corvaglia” e “Solo”), la prima include il featuring con Noyz che mette la ciliegina sulla torta insieme alla produzione pazzesca di Night Skinny. Le altre tre canzoni tengono alto il livello del disco presentando ottimi flow e, tanto per cambiare, produzioni di alto livello.
Analizzando la parte più particolare del disco, nel senso che contiene canzoni abbastanza difficili da classificare da quanto sono originali a livello di sonorità e non solo, incontriamo “Brr brr”, “Origami” e “Farei un figlio”. La prima è un esercizio di stile sia per il rapper che per il produttore, Skinny, che crea una base diversa dal suo solito. La seconda, soprattutto per il ritornello, è una delle canzoni più “pop” del disco ma non per questo commerciale, che personalmente avrei visto benissimo come singolo (magari il futuro mi darà ragione). La terza è degna di nota per la struttura del brano che parte con una strofa ironica per poi ribaltare il tutto nel ritornello e nella seconda strofa dove il rapper diventa serio.
Infine c’è “4Z” che con una struttura sui generis conclude l’album nel migliore dei modi specialmente grazie a una base, scusate, si potrebbe parlare di colonna sonora, da parte di Shablo, Nebbia e Parix, un viaggio nello spazio.
In conclusione “Io in terra” è senza dubbio originale data la sua musicalità inedita ed introspettivo per la maggior parte delle tracce. Rkomi ha voluto scoprire qualche nervo al pubblico, lasciando da parte i temi più ricorrenti al giorno d’oggi come ad esempio soldi, gioielli, macchine e donne, e continuando per la sua strada ovvero affrontando temi sicuramente più “delicati” o per lo meno personali. Osservando il percorso fatto fin qui non si riesce a non notare un miglioramento costante, Dasein Sollen era l’inizio, metaforicamente parlando era la gemma, ora con Io in Terra è finalmente sbocciato. Va detto comunque, che non è un disco perfetto, sono presenti alti e bassi a livello lirico e forse si nota una somiglianza di suono tra le canzoni, inoltre alcuni potrebbero non prendere bene il fatto che è un disco che non ha un suono strettamente rap ma contiene varie sfumature di altri generi, soprattutto l’indie italiano, ma il rapper di Calvairate già col precedente EP aveva fatto notare di non essere un rapper classico, ora forse ha preso la sua strada e aspettiamo a vedere dove lo porterà.
Come acquistare Io in terra
L’album è acquistabile su iTunes e Amazon:
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