[Testo] Gemitaiz – Giro Di Notte
Giro di notte con le scarpe rotte i pensieri che ballano,
sento le note, una mano che le percuote, le strade parlano.
Dicono torna indietro non farti più rivedere finchè non fa giorno ma
non mi levo di torno sognami come un unicorno.
Fumo la nebbia dopo faccio uscire solo l’inchiostro come una seppia
esce fuori il mostro dentro di me, mi esplode la tempia.
Penso che nel presente le stelle le hanno scambiati con i lampioni,
hanno preso i perdenti e li hanno mischiati con i campioni.
Adesso mi faccio inseguire il dolore non l’ho seminato
anzi sembra che sul cuore mio c’abbia nevicato.
Preparo le borse, saluto le stronze,
prendo dodici sbronze solo per sopprimere i forse e sento che
perdo il contatto con tutto quello che c’è di bello,
lei mi da il cuore io ho un coltello, fuori c’è il solo porto l’ombrello.
Spero che piova senza nessuna prova,
spero che la pioggia possa lavarmi la merda via e creare una persona nuova,
ma so che non è possibile solo il dolore ti cambia dentro,
chiamo il mio angelo custode ma pare ce l’abbia spento.
La soddisfazione non arriva è un gran lamento,
tempo di merda 1-0 per te palla al centro.
Ho preoccupazioni giganti, i pensieri pesanti
appena la tocco le faccio male devo mettermi i guanti.
Forse è il caso di ammettere che il problema è solo mio,
probabilmente il problema sono io.
Taglio i contatti come fossero spaghi, faccio a botte coi draghi
dicono adesso mi paghi, ho i piedi che calpestano gli aghi.
A forza di lacrime ho gli occhi che sembrano laghi,
cerco il giorno magico ma non esistono qua e non esistono maghi.
Scrivo canzoni tristi sogno di avere i poteri come su Misfits,
ma lottano per tenermi schiavo come i suddisti.
Cerco la pace tra i sintetizzatori e i cori
piuttosto che trascorrere un altro giorno lì fuori.
Alzo le cuffie finchè distorce e cammino da solo,
conto le gocce sopra la giacca lasciano il segno tipo vaiolo.
Provano a convincermi mi sussurrano che (che cosa?) posso fidarmi di loro,
neanche gli tengo la mano anzi se ne ho la possibilità li divoro.
Se ti dico che non provo rabbia mento,
dico che sto bene ma è solo un insabbiamento.
La soddisfazione non arriva è un gran lamento,
è inutile sentirsi liberi avendo una gabbia dentro.
sento le note, una mano che le percuote, le strade parlano.
Dicono torna indietro non farti più rivedere finchè non fa giorno ma
non mi levo di torno sognami come un unicorno.
Fumo la nebbia dopo faccio uscire solo l’inchiostro come una seppia
esce fuori il mostro dentro di me, mi esplode la tempia.
Penso che nel presente le stelle le hanno scambiati con i lampioni,
hanno preso i perdenti e li hanno mischiati con i campioni.
Adesso mi faccio inseguire il dolore non l’ho seminato
anzi sembra che sul cuore mio c’abbia nevicato.
Preparo le borse, saluto le stronze,
prendo dodici sbronze solo per sopprimere i forse e sento che
perdo il contatto con tutto quello che c’è di bello,
lei mi da il cuore io ho un coltello, fuori c’è il solo porto l’ombrello.
Spero che piova senza nessuna prova,
spero che la pioggia possa lavarmi la merda via e creare una persona nuova,
ma so che non è possibile solo il dolore ti cambia dentro,
chiamo il mio angelo custode ma pare ce l’abbia spento.
La soddisfazione non arriva è un gran lamento,
tempo di merda 1-0 per te palla al centro.
Ho preoccupazioni giganti, i pensieri pesanti
appena la tocco le faccio male devo mettermi i guanti.
Forse è il caso di ammettere che il problema è solo mio,
probabilmente il problema sono io.
Taglio i contatti come fossero spaghi, faccio a botte coi draghi
dicono adesso mi paghi, ho i piedi che calpestano gli aghi.
A forza di lacrime ho gli occhi che sembrano laghi,
cerco il giorno magico ma non esistono qua e non esistono maghi.
Scrivo canzoni tristi sogno di avere i poteri come su Misfits,
ma lottano per tenermi schiavo come i suddisti.
Cerco la pace tra i sintetizzatori e i cori
piuttosto che trascorrere un altro giorno lì fuori.
Alzo le cuffie finchè distorce e cammino da solo,
conto le gocce sopra la giacca lasciano il segno tipo vaiolo.
Provano a convincermi mi sussurrano che (che cosa?) posso fidarmi di loro,
neanche gli tengo la mano anzi se ne ho la possibilità li divoro.
Se ti dico che non provo rabbia mento,
dico che sto bene ma è solo un insabbiamento.
La soddisfazione non arriva è un gran lamento,
è inutile sentirsi liberi avendo una gabbia dentro.
Condividi:
Commento all'articolo